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Le isole robotizzate, caratteristiche, vantaggi e standard qualitativi

15 Novembre 2024 0 Comments senza-categoria

Le isole robotizzate costituiscono un fiore all’occhiello dell’industria 4.0, una realtà possibile grazie all’evoluzione in tale ambito. Una cella di lavoro dove ci sono più robot programmabili, garanzia di successo e di notevoli vantaggi in più ambiti business. Rappresentano la soluzione ideale per l’azienda che punta a processi produttivi realmente performanti, grazie a sistemi resistenti e veloci. Versatili, dotati di alta precisione, nonché un elevato grado di autonomia; pertanto, in un’isola robotizzata non è richiesto l’intervento dell’uomo. I robot programmabili al suo interno assicurano una continuità nella linea di produzione, consentendo di pianificare le attività, le pause, i turni del personale.  Una dimostrazione di come, mediante la configurazione dei nuovi impianti robotizzati, si possano raggiungere standard qualitativi sempre più elevati. Flessibilità, riconversione, adattabilità – nonché simulazione di scenari diversi tra loro – riducono il margine di errore. Si evitano dilazioni e ritardi che hanno spiacevoli ripercussioni sulla produzione, anche di carattere economico.

Le isole robotizzate, tecnologia e non solo

Quando parliamo e proponiamo il concetto di innovazione, ci riferiamo a qualcosa di più ampio rispetto al dato tecnico o tecnologico. Nel mondo imprenditoriale di oggi, sono mutate le regole e le logiche, nonché le priorità. Nell’industria 4.0 non si può parlare di produzione automatizzata senza menzionare le smart factory. E una smart factory non è mai davvero smart senza le isole robotizzate note per la loro elevata autonomia, gli alti standard di sicurezza, la diversificazione dei settori produttivi. Pertanto, è necessario soffermarsi sul vasto raggio d’azione delle celle robot senza le quali interi settori produttivi non sarebbero automatizzati. Ampio è il loro raggio d’azione che spazia dall’assemblaggio alla finitura, passando per la manipolazione, la pallettizzazione e la saldatura. Ovviamente, l’installazione di macchine automatizzate prevede la certificazione CE, un manuale contenente indicazioni codificate riguardo all’accensione, spegnimento, manutenzione e regolazione dei parametri.

Flessibili, riconvertibili, certificate.

 Il compito di firmare la certificazione spetta a chi ha progettato l’impianto. Oltre alle certificazioni, esistono manuali specifici per ogni singola macchina o singolo impianto. Naturale, considerando che l’automazione robotizzata ha valore solo se c’è la possibilità di applicarla in ambiti diversi. Dal settore farmaceutico all’automotive, dall’aeronautica alla moda, una cella robotizzata svolge mansioni garantendo un risultato preciso e altamente affidabile. Data l’elevata dipendenza da macchinari sempre più efficienti, è fondamentale che le isole robotizzate siano flessibili e riconvertibili. Un’aspettativa più che lecita, considerando che le aziende spesso passano da una lavorazione all’altra in tempi ristretti, e dunque rapidità ed efficienza sono indispensabili. Così, al variare del pezzo in lavorazione o del nuovo formato, si riprogramma il robot in modo da evitare interruzioni o lungaggini. È possibile creare una cella robotizzata ex novo, integrando macchinari specifici – come una fresa – con robot presenti in azienda o appena acquistati.

isole robotizzate

Le barriere fisiche e laser per la sicurezza

La possibilità di implementare macchinari e robot migliora e diversifica performance altrimenti difficilmente irrealizzabili. Perché tutto sia svolto all’insegna della massima efficienza e sicurezza, l’isola robotizzata deve essere congeniale in termini di design e non compromettere in alcun modo la sicurezza dei lavoratori. È necessario dotare le isole di dispositivi di protezione per tutelare gli operatori mentre caricano o scaricano i pezzi, svolgono lavori di manutenzione o intervengono per mettere in atto misure di emergenza. Spesso si tratta di operazioni che richiedono misure preventive, quindi barriere

  • Fisiche, quando si circonda l’area con una struttura in metallo limitando l’accesso mediante porte allarmate che consentono l’ingresso previa la disattivazione del robot;
  • Laser, grazie a dispositivi dotati di sensori laser collocati in posizione strategica, attivati  se c’è un corpo estraneo. Ciò consente di rallentare/fermare il robot se l’operatore è vicino, e di farlo ripartire quando è sufficientemente lontano.

Isole robotizzate: più integrazioni AI, più soluzioni.

Il robot riparte dall’ultima operazione precedente l’interruzione. Nel caso delle barriere laser c’è l’ulteriore vantaggio che non risultano particolarmente invasive, stante l’assenza di strutture metalliche ingombranti. L’implementazione con tecniche di AI, la dotazione di sistemi di visione in 3d già presenti, potrebbero rendere le isole robotizzate ancora più autonome. Quindi, è facile ipotizzare uno scenario futuro dove il robot sia in grado di leggere codici o localizzare componenti. Pezzi diversi di qualsiasi forma o dimensione, diversi per posizione o colore. I vantaggi di un’isola robotizzata possono essere molti, eppure ve ne sono alcuni forse più evidenti di altri. Le ripercussioni positive sono notevoli, specie laddove entrano in gioco

  • la necessità di ottimizzare la produzione, mantenendo alti gli standard di qualità
  • benessere e salute dell’operatore, stante la sicurezza dell’ambiente in cui opera
  • l’importanza di recuperare l’investimento effettuato
  • la scelta dei robot integrabili, siano essi robot antropomorfi, SCARA, o cobot.

 

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