Amr, una sigla che può risultare sconosciuta a molti non addetti ai lavori. In realtà quando citiamo questa sigla, ci riferiamo agli Autonomous Mobile Robots, o robot mobili autonomi per magazzino. L’Autonomia è ciò che rende questi dispositivi capaci di orientarsi liberamente all’interno di magazzini, con destrezza e innegabile precisione, parametri che fanno la differenza in ambito logistico. Inoltre, gli operai che lavorano in situ sperimentano efficienza oltre che sicurezza, dato che gli Amr ricorrono a sistemi con il Lidar – acronimo per Light detection and ranging – per localizzare la merce e leggere codici QR senza problemi. La classificazione dei robot mobili autonomi prevede un’ulteriore distinzione tra robot addetti al picking e quelli che si occupano della catalogazione e dello smistamento degli articoli. L’autonomia di questi dispositivi è reale, effettiva, dato che sono liberi da cavi e non ricorrono a sensori sofisticati per muoversi.
Come fanno gli AMR a muoversi autonomamente? Com’è possibile? Semplice, sfruttano un sistema di mappatura di bordo, capace di delineare il percorso che divide – o unisce, se si vuole – un punto e l’altro del magazzino. Un veicolo AMR è composto da 5 elementi
Prima dell’introduzione dei robot autonomi si utilizzavano i meno sofisticati AGV, progettati per rispondere a istruzioni in serie.
Data la loro natura diversa, gli Agv possono spostarsi sfruttando cavi, sensori e bande magnetiche. A differenza degli AMR non sono in grado di rilevare un ostacolo. Mentre questi ultimi reagiscono e aggirano l’ostacolo, i primi non riescono a deviare dal loro percorso stabilito. Questo ha fatto sì che gli AMR fossero in grado di movimentare merce e compiere operazioni più complesse, rispetto agli AGV, impiegati soprattutto nell’ambito della pallettizzazione. È questo che rende i robot mobili autonomi capaci di lavorare in zone pericolose per il personale, in angoli sporchi o bui, azionando meccanismi di sicurezza. La capacità di modulare le traiettorie in base alle esigenze dà alle aziende la possibilità di sfruttare sistemi automatizzati veloci e versatili, riducendo al minimo i rischi e le perdite di tempo. Dunque, un ulteriore passo in avanti verso la tecnologia più avanzata e al servizio delle imprese, nell’ottica di una robotica collaborativa.
Data la loro caratteristica di muoversi liberamente e autonomamente, di aggirare ostacoli e cambiare rotta al passaggio di un essere umano, i dispositivi AMR si comportano da robot avanzati. Questi ultimi, non sostituiscono, ma collaborano con addetti ai lavori e professionisti. Inoltre, rispondono a normative come la Uni en 1525-1999 e quindi sono soggette alla regolamentazione. I robot autonomi mobili sono agevoli e manovrabili in contesti soggetti a variazioni, grazie a sistemi di navigazione diversi, a
Alcuni AMR sono controllati da un sistema computerizzato con l’ausilio di transponder incorporati nel pavimento della struttura per verificare che l’AMR stia seguendo la rotta corretta. Per poter muoversi correttamente e autonomamente, sfruttano un sistema a guida visiva. La telecamera riconosce un percorso impresso sul terreno. Il costo di installazione è inferiore e non è necessaria alcuna installazione speciale nell’area di lavoro. Un altro sistema è quello della geo guida, laddove il robot autonomo e mobile contiene nel suo sistema una rappresentazione mappata dell’ambiente circostante che gli permette di muoversi liberamente. Essendo in grado di calcolare automaticamente i suoi spostamenti, si sposta con precisione senza esitazioni. Questa tecnologia è molto flessibile perché è possibile modificare la mappatura dell’AMR in qualsiasi momento lavorando direttamente sul software apposito. È forse la soluzione più affidabile, la più adatta per robot che trovano, spostano, classificano e ordinano merce collaborando col magazziniere.
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